giovedì 21 marzo 2013

Il lato positivo

Ce l'ho fatta.
Tralasciando le peripezie varie che ho dovuto affrontare per andare a vedere questo film e di cui immagino non freghi assolutamente niente a nessuno, alla fine ce l'ho fatta.
Prima o poi, qualcuno mi dovrà spiegare per quale motivo la maggior parte dei cinema (per lo meno a Roma è stato così) non lo ha messo in programmazione.
"Il lato positivo", alias Silver Linings Playbook, è uscito nelle sale il 7 marzo. In realtà, sono stati pochi i cinema che lo hanno messo nella programmazione e quasi tutti "fuori mano".
Ma va bè, passi pure.
Sabato sera, alle 8meno un quarto (lo spettacolo era previsto per le 8e 10... orario di merda, sì) ero già in fila davanti al cordino rosso, con tanto di vaschetta di popcorn e bicchierone di cocacola.
L'anticipo che avevo mi ha permesso di analizzare la situazione e, senza molta sorpresa, mi sono resa conto che più passavano i minuti, più la fila si allungava. Forse l'unica cosa che mi ha stupito era l'età media, che sarà stata sui 50anni: di under trenta ne saremmo stati una quindicina.
Sala non troppo dispersiva, posti buoni, popcorn alla mano: c'erano tutti i presupposti per iniziare bene.
E difatti così è stato.
Non sapevo esattamente cosa aspettarmi da questo film. Lo descrivono come una commedia, cosa che francamente per me non è stata.
Più che altro, la "commedia" si ritrova nel modo di gestire una situazione che, per me, di comico non ha nulla.
E penso sia proprio questo il punto di forza del film: trattare con leggerezza un tema che di per sè, non fa ridere: Pat (Bradley Cooper), appena uscito da un istituto di mente, va a vivere dai genitori per riprendersi dall'esaurimento in cui è caduto dopo il tradimento della moglie. Tiffany (Jennifer Lawrence) è la giovane vedova di Tommy (chi cazzo è Tommy? direte voi. Bella domanda. Tommy non è nessuno, a malapena lo nominano due volte), anche lei in uscita da un momento di... ehm... confusione generale.
Ebbene, metteteli insieme a causa di un patto che hanno stretto e che permetterà a entrambi di ottenere  qualcosa a cui tengono (patto che ora non sto qua a spifferarvi altrimenti il film va a farsi benedire) e il film è fatto.
L'elemento di forza della storia sta nel fatto che sebbene possa sembrare a tratti paradossale, anche per via dello sfondo comico su cui la vicenda si basa, riflettendoci, è assolutamente possibile. Esasperata in certi momenti, certo, ma nulla toglie che possa verificarsi.
Standing Ovation per Bradley Cooper. Detto in tutta sincerità, è davvero davvero davvero davvero un peccato che si sia fatto fregare l'Oscar da sotto il naso. Anzi, a dirla tutta, credo che sarebbe stato più meritato da lui che da Jennifer.
OVVIO che con questo non voglio dire che lei non se lo sia meritato, ma dovendo scegliere, forse avrei preferito lui, quindi, fans di Jennifer, non agitatevi: io sono con voi.
Anche perchè io Jennifer-Grissino-Lawrence la premierei solo per i suoi cazzo di capelli fighissimi che mi fanno rodere dall'invidia ogni volta che la vedo.
E poi la parte della semi-psicopatica le esce che è una meraviglia.
Ecco, probabilmente, ho trovato esagerata la candidatura del Lato Positivo come miglior film.
Bello, piacevole, ben recitato, sì. Ma non ci allarghiamo.
I "Miglior Film" sono un'altra cosa.

giovedì 14 marzo 2013

Finalmente....siamo stati infinito!

Acciderbolina, non ho letto il libro prima di guardare il film e penso di aver fatto una grande, abnorme stratosferica cavolata.
Ma tant'è. Ormai è fatta.
Siccome non posso essere accorpata all'assurda schiera di coloro che accettano di leggere il romanzo dopo essersi già sputtanate la fine guardando il film, devo rassegnarmi.
Sto parlando di The Perks of being a Wollflower. O per la serie parla-come-mangi, Noi siamo infinito.
Ebbene, questo film per me è stato una via crucis vera e propria, lenta e dolorosa.
L'ho aspettato per mesi, resistendo alla tentazione di guardarmelo in lingua originale, con l'audio pessimo e le teste che passavano davanti allo schermo (perchè neanche a dirlo, in America il film è uscito mesi e mesi fa. Emma Watson aveva ancora i capelli corti, pensate un pò. Ora le saranno diventati pure bianchi con tutto il tempo che è trascorso).
Che dire... trama interessante.
Io di solito non sono un'amante di quei film mattonazzi che tentano di accozzare in un'ora e mezza di film una dozzina di casi sociali per dimostrare che al mondo non-esistono-solo-le-cose-belle.
"Noi siamo infinito" riesce, in effetti, ad associare più tematiche senza sfociare nella pretesa di risolvere il problema della fame nel mondo. Fly down, baby.
Film "serioso" sicuramente. Insomma, non portateci il ragazzino di dieci anni perchè altrimenti vi entra in stato depressivo prima dell'intervallo: il protagonista è Logan Percy Lerman, quindicenne che, come tutti i suoi coetanei, si trova a dover affrontare i problemi tipici della sua età. Nuova scuola, nuovi amici, famiglia complicata... MA NON E' TUTTO. Ora naturalmente, non sto qui a spiattellarvi gli oscuri segreti del giovine, sui quali tra l'altro è imperniata l'intera trama del film, come invece ha fatto quell'incapace di giornalista che ho beccato sul mio cammino e che con la sua maledetta recensione mi ha sminchiato il finale.
Stendiamo un velo pietoso.
Meritevoli di encomio sono anche Emma Watson e Ezra Miller.
Passi la Watson, ma non chiedetemi chi caspiterina sia Ezra Miller. Fino a prima che uscisse il film, l'unico Ezra che conoscevo era il belloccio di Pretty Little Liars e, fidatevi, non si somigliano per nada.
Sconvolta dal fatto di non aver mai sentito parlare del giovane Miller, mi sono recata alla Fonte (alias Wikipedia) per leggere la sua filmografia: ha partecipato a qualche film, ma non starò qui a riportarveli perchè sarebbe una perdita di tempo sia per me che per lui, dato che si tratta di film che sono più sconosciuti di lui.
Emma Watson è... Emma Watson. Che era brava lo sapevamo, è inutile stare qui a fare sviolinate su di lei, no?
Il film lo consiglio per due motivi: gli attori (non intendo solo i tre protagonisti, ma anche e soprattutto quelli di contorno) sono davvero in gamba; inoltre, si tratta di quel tipo di film che, senza essere una rottura di maroni, ti da uno spunto su cui riflettere.
Ti fa capire che ogni tanto, si deve uscire e guardare fuori dal cerchio.

Ovviamente, se questo tipo di ossevazioni non fanno per voi e volete andare al cinema per passare un paio di orette spensierate a farvi due risate... lasciate perdere: sarebbero otto euro buttati nel *****.